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Dopo anni di benessere e stabilità durante i quali noi cittadini delle società occidentali ci siamo lasciati convincere a disinteressarci della sfera pubblica, ecco che ci troviamo a dover fare i conti con problematiche globali che necessitano di un cambiamento repentino e collettivo. Questa volta è l'Islanda a aprire la strada. La recente storia dell'Islanda riassume perfettamente la parabola di ascesa e declino del sistema sociale contemporaneo, perché è stata fra gli ultimi paesi occidentali ad aprirsi ai mercati internazionali e alla finanza globale, ma lo ha fatto totalmente e senza protezioni, al punto che è stata la prima a subire le conseguenze della crisi economica. Partendo dagli spunti offerti dalle vicende islandesi, l'autore offre una panoramica di alcune delle realtà più significative che anche da noi si adoperano per cambiare la società. Si viene così delineando una sorta di mosaico della "società del cambiamento", in cui le realtà in lotta sono dei tasselli ideali di un grande movimento di riappropriazione collettiva del diritto di decidere sul modo (e sul mondo) in cui vogliamo vivere.